lunedì 8 dicembre 2008

Il libro bianco: Cap.4 – Il Viaggio – terza parte

Il ritorno a casa era più veloce, eravamo così felici che non sentivamo alcuna fatica. Il sole splendeva ancora, dopo giorni di buio, ma già in lontananza si vedevano altre nubi scure. Io volevo che tutto finisse e non riuscivo ad accettare l'idea che avevamo altro lavoro da fare. Le nubi indicavano che il lavoro era appena iniziato ed il sole sarebbe stato oscurato di nuovo. Da lontano, non essendoci più le altre case, riuscivamo a vedere la nostra casa, ancora protetta da quella cupola di energia. Era tutto cosi silenzioso, neanche i nostri gatti si vedevano in giro. Di solito ci venivano sempre incontro quando tornavamo a casa. Susy stava preparando del caffè ed io sfogliavo il libro bianco in cerca di nuovi indizi. Ed eccola li :

" Tre viaggi per conoscere e per purificare, cinque viaggi per esistere, intuire, capire, agire e essere per servire"


Mi ritornò nella mente il viaggio nella grotta appena fatto; il vento, l'acqua e il fuoco, erano loro i tre viaggi? Non poteva essere diversamente, perché la prima parte della frase era già scomparsa.


Tre viaggi attraverso gli elementi per una nuova nascita, per un nuovo inizio. Ero uscito dalla grotta più leggero e più sereno con me stesso. Avevo lasciato, o meglio ancora, ho preso coscienza di cosa veramente ero e di cosa volevo essere, un uomo libero. Libero da ogni pregiudizio verso il tutto. Spesso ero caduto in balia delle mie emozioni e di conseguenza anche i miei gesti erano guidati da esse. Non avevo mai il tempo di ascoltare il mio cuore che mi gridava "Fai agli altri ciò che vuoi che gli altri facciano a te". Probabilmente questo era solo l'inizio di una presa di coscienza e un lavoro da svolgere ogni giorno della mia vita.


Leggevo l'altra frase con la speranza di capirci qualcosa ma avevo ancora la mente occupata da altri pensieri, cosi lasciai il libro da parte. Susy stava portando il caffè dicendo;


"Forse un po'di caffeina ci aiuta a pensare meglio, che dici?".


"Forse hai ragione, mi sento ancora un po' addormentato e dopo magari dovremo cercare di capire la nuova frase nel libro".


" Ma forse è meglio farlo domani, con la mente fresca e riposata, se no rischiamo di non concludere niente stasera" , rispose lei.


In fondo anch'io avrei preferito farlo domani, sentivo tutto il corpo indolenzito dal freddo e dai colpi presi nella caduta. Decisi di fare un bagno caldo e poi a letto. Ero sdraiato nella vasca da bagno godendomi il calore del'acqua quando un pensiero mi attraversò la mente; " dove era finita Susy mentre io cercavo di uscire dalla grotta?". Sembrava molto tranquilla e i suoi vestiti erano in ordine, non sembrava per niente che anche lei avesse attraversato la grotta, e poi non sembrava nemmeno stanca. Ma ero troppo stanco per darmi qualche risposta in questo momento così decisi di godermi il bagno caldo e di farmi tutte le domande il giorno dopo. Andammo a letto quasi subito, il tempo di darci il bacio della buona notte ed eravamo già nel mondo dei sogni.


C'era un silenzio molto strano in casa quando finalmente mi ero svegliato. Non c'èrano i soliti rumori di Susy che preparava il caffè. Ma forse era andata in giardino o in cantina. Entrai nel soggiorno ma non vidi nulla che mi avrebbe fatto pensare che Susy ha già fatto colazione. Guardai fuori; niente, nessuna traccia, scesi in cantina chiamando il suo nome, ma nessuna risposta. In quel momento non mi ero reso conto che qualcosa era cambiato, ma più tardi me ne sarei accorto.


Ero preso dal panico, ma subito ho ripreso il controllo pensando che forse sta facendo una passeggiata, dove però? Avevamo detto che nessuno dei due sarebbe mai andato da solo fuori dalla bolla di protezione. Cercai la stella sperando che non ci fosse, che l'abbia presa lei. Invece era al suo posto, sul comodino vicino al letto. Decisi di farmi un caffè ed aspettare ancora un attimo prima di andare in cerca di Susy. Ed era allora che mi accorsi dei cambiamenti. In cucina non c'èra più niente; tutte le provviste che avevamo fatto erano sparite, non c'èra più niente, neanche il caffè. Ma la cantina era piena di provviste, pensai, cosi corsi per le scale sperando di trovarla piena. Niente! Era tutto vuoto, i scafali che avevamo riempito erano completamente vuoti. Cosa avremo fatto adesso? Senza cibo non saremmo vissuti ancora a lungo. Corsi di sopra, presi la stella e cominciai a correre verso non so dove. Dovevo trovare Susy. Non avevo mai corso tanto in vita mia, avevo i muscoli che gridavano aiuto, ma ero deciso di trovare Susy. Avevo paura.


" La paura, quella stessa paura che ancora sento quando vedo una macchina della polizia. Dopo la prigione, una volta a casa ero sicuro che tutto fosse finito; la paura, l'ansia e l'angoscia. Non era cosi, erano ancora dentro di me forti come prima e forse anche di più. Ogni volta che andavo a letto e sentivo, nel silenzio della notte, una qualsiasi macchina passare in lontananza, per me era la polizia. E in quel momento rivivevo le stesse sensazioni, sentivo le stesse cose, sentivo le botte che avevo preso. A volte penso che di rumori non c'èrano proprio, ma era la mia mente terrorizzata che me li faceva sentire. Anche di giorni era la stessa cosa; ogni volta che sentivo un rumore andavo alla finestra della cucina per vedere, per essere sicuro che fuori non c'èra nessuno. Ancora oggi è cosi, forse non come i primi anni, ma c'è! "


In realtà non avevo paura per me, non del tutto, ma per Susy. Anche adesso era la stessa cosa, avevo paura per lei, cosa le era successo? Dove era andata? Avevo dimenticato la scomparsa delle provviste, ma in qualche modo ci potevamo arrangiare. Cercai per ore, ma intorno non c'èra nulla, solo terra desolata e vegetazione sofferente. Non sapevo per quanto ero fuori, ma avevo male ovunque. Decisi di tornare a casa. Forse avrei avuto fortuna e Susy sarebbe stata lì ad aspettarmi. Entrai in casa chiamando il suo nome, nessuna risposta. Avevo molta sete, andai in cucina e apri il rubinetto; l'acqua aveva un colore scuro e un odore di melma. Provai con gli altri rubinetti ma ovunque era la stessa cosa. Deluso e scoraggiato andai a sedermi, sul tavolo c'èra ancora il libro bianco. Mi venne voglia di bruciarlo, ma forse era l'unica cosa che mi era rimasta. Apri la pagina delle scritte e vidi una nuova scritta;


"Anche nella solitudine più grande non si è mai soli"


La frase scomparve nel momento in cui l'avevo letta. Mi vene da ridere; non si è mai soli? Io mi sentivi solo. Volevo di nuovo abbandonare tutto, farla finita non volevo più andare avanti cosi, non da solo. Stavo perdendo il controllo di me stesso, delle mie emozioni e della mia ragione. In quel momento mi ricordai la grotta ed il viaggio che avevo fatto, del suo significato e della forza che avevo trovato per andare avanti. Questo ricordo mi faceva sentire più forte, e più sicuro di quello che ero. Chiusi gli occhi e cominciai a fare dei respiri profondi e lungi, rimasi cosi per un po'. Quando apri gli occhi il sole se ne stava andando. Mi sentivo bene malgrado tutto ma la fame e la sete erano ancora presenti. Decisi di filtrare un po' di acqua con una stoffa e di accontentarmi solo di essa. Facevo fatica a inghiottire quel liquido che doveva essere acqua ma almeno non soffrivo più la sete. Quella sera sognai l'altro mondo, dove insieme a Susy eravamo già stati, dove la vita sembrava quella di prima. Vidi i miei amici, i miei parenti i nostri vicini di casa, ma nessuna traccia di Susy. Cercai di andare verso la casa di Cristina, la mamma di Susy, ma ero come bloccato, non riuscivo a muovermi. Mi ero svegliato con i ricordi di quel sogno e quelli del giorno prima. Dovevo sbrigarmi a trovare una soluzione per avere del acqua pulita e trovare un po' di cibo. Mi alzai e cercai di ricordare qualcosa sul filtraggio del acqua. La piscina!!!! Mi era venuto in mente che l'acqua veniva filtrata attraverso la sabbia, e più la sabbia era fine più era pulita. Quel stesso giorno andai al fiume almeno 10 volte per prendere della sabbia di diversa grossezza. Avevo disposto dei contenitori a cascata che poi riempivo con la sabbia. Nel primo contenitore, quello più in alto quella più grossa, e man mano nei contenitori più in basso, quella più fine. Presi il tubo da giardino e lo misi nella sabbia del contenitore più in alto. Ero molto eccitato, ma anche molto preoccupato, mi chiedevo se il mio lavoro avrebbe dato il risultato sperato, acqua pulita. Apri il rubinetto, l'acqua riempiva i contenitori uno dopo l'altro e a prima vista sembrava che funzionasse. L'ultimo contenitore era una grossa tanica di plastica con un rubinetto alla quale avevo tagliato la parte superiore per poterla riempire di sabbia. Avevo anche messo una rete, che avevo tolto da un colino per il tè, al'interno della tanica dove era posizionato il rubinetto cosi la sabbia più fine si sarebbe fermata prima. Corsi in cucina e presi un bicchiere, l'acqua stava già uscendo dal rubinetto, ed era pulita. Riempi il bicchiere sperando che anche l'odore fosse sparito. Era il bicchiere l'acqua più buona che avessi mai bevuto. Cercavo con tutti i miei sensi di sentire il suo percorso mentre bevevo. Avevo dimenticato quanto i miei sensi erano importanti. Senza di essi non avrei mai potuto sentire quello che sentivo in quel momento. Mi sentivo vivo. Vivo e molto affamato, il mio stomaco si lamentava dal giorno prima. Presi la stella e andai in cerca di qualche frutto rimasto fuori dalla bolla , la dove una volta cèrano i campi coltivati. Ebbi una grande sorpresa quando vidi che la maggior parte del raccolto era ancora in buone condizioni. Cominciai a raccogliere di tutto, ogni genere di verdura e frutta. Tornai a casa felice e triste allo stesso tempo. Felice di quello che avevo fatto e raccolto ma triste per la scomparsa di Susy. Mai come prima di allora avevo apprezzato il cibo e l'acqua. La cena, pur semplice, era deliziosa. Cercavo di sentire il gusto di ogni cosa, di sentirmi vivo. Molto spesso ci si dimentica di tante cose, a volte anche di noi stessi. Dimentichiamo di esistere, lo diamo per scontato, come se tutto fosse dovuto, anche i nostri sensi. Dimentichiamo che è solo grazie ad essi che possiamo sentire la vita, sentire la nostra esistenza. Quella sera mi sentivo Esistere, sentivo il mio corpo che mi ringraziava di tanto bene. Avevo anche la sensazione di non essere da solo, sentivo di essere accompagnato in questo viaggio, non so da chi ma ne sentivo la presenza. Mi ricordai della frase nel libro;


" Tre viaggi per conoscere e per purificare, cinque viaggi per esistere, intuire, capire, agire e essere per servire"


Guardai la pagina e vidi che qualcosa era cambiato, mancava una frase;


" Tre viaggi per conoscere e per purificare, cinque viaggi per ________ , intuire, capire, agire e essere per servire"

7 commenti:

PuntoCroce ha detto...

Ciao Iggy, il tuo libro è sempre più affascinante...
E' bello leggere ciò che ti porta a riflettere, e tu riesci ogni volta a farlo con i tuoi racconti.
E' rigenerante per lo spirito fermarsi a pensare, a cercare di capire meglio noi stessi e tutto ciò che fa parte della nostra vita... non possiamo dare tutto per scontato, eppure lo facciamo e mai come quando non abbiamo più qualcuno o qualcosa capiamo quanto fosse importante per noi... (purtroppo!!)
Complimenti Iggy, come ti ho detto altre volte, ti ritengo una persona veramente speciale....
Complimenti anche per il nuovo progetto!!!
Un abbraccio
Maria Rosa

Paola ha detto...

Ciao Iggy, spero tanto di poterti leggere questa sera...ti saluto caramente

Anonimo ha detto...

Continua Iggy! Ho proprio voglia di scoprire il seguito!

Paola ha detto...

FINALMENTE!! Ce l'ho fatta aleggere quest'ultima parte: non so come ma in questi giorni mi capitava sempre qualcosa che non mi restava più il tempo sufficiente per leggerti con la dovuta calma.
E' sempre più intrigante: dov'è finita Susy? spero che presto ce lo svelerai.
In attesa ti saluto caramente.

simona ha detto...

Oh! Ma è bellissimo!!! Scrivi!Scrivi! Scrivi! :-) Non si può trattenere il ...respiro...troppo a lungo! :-)

Saverio ha detto...

Ciao Iggy, ancora non ti ho lasciato un commento perché aspetto di aver letto tutto il libro che finora hai scritto; lo leggo nei ritagli di tempo e lo trovo interessante. Complimenti!
Ti faccio intanto i miei più sinceri auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo.
Ciao, un caro sauto a presto.

Paola ha detto...

Come si procede? possa questo nuovo anno essere pieno di tante soddisfazioni per la tua opera di scrittore.
Ciao, un caro saluto