domenica 21 settembre 2008

Il libro bianco: Cap.3 – Risposte, terza parte

Le persone. Anche se era a causa delle persone che avevo desiderato che il mondo cambiasse, ora ne sentivo la loro mancanza. Le uniche persone delle quali non sentivo la mancanza erano quelle che in passato mi avevano fatto del male gratuito. Come quelle persone per le quali ero finito in prigione.

"….Ero in un albergo vicino a La Spezia, aspettando che il mio datore di lavoro mi portasse i stipendi arretrati. Era andato in Italia per lavoro, diceva. Ma poi ho capito che era tutto falso, sapeva che la sua società in Svizzera per la quale lavoravo, era sotto indagine. Comunque ero già da giorni che aspettavo che lui saldasse il conto con me. Dentro di me sentivo che c'era qualcosa che non andava, ma erano solo delle sensazioni, mi dicevo. La mia compagna, Susy, mi aveva chiamato un giorno dicendomi che la polizia era stata in casa nostra. Cercavano me. Mi diceva che sarei dovuto tornare subito per poter mettere le cose a posto. Era il 22 Maggio. Quel giorno, non so perché, avevo deciso di partire il giorno dopo. Forse tutto quello che era successo mi aveva spaventato. Passai la giornata come in uno stato di trance aspettando il giorno dopo. 23 Maggio, sono sceso al bar dell'albergo ordinando un caffè. Ero al banco pensando che avrei dovuto fare le valige e tornare già in mattinata. Dentro di me sapevo benissimo di non avere nulla da temere ma la sensazione di ansia e pesantezza era sempre presente."

"Era da tempo che volevo cambiare la mia vita. Mi ricordo che dentro di me pensavo che, appena avuto i miei stipendi, avrei dato le dimissioni e mi sarei messo in proprio. Non mi decidevo mai, ogni volta c'era una scusa per non farlo. Anche la Susy era convinta che avrei dovuto fare presto una scelta. Quella scelta era arrivata, anche se non me l'aspettavo cosi violenta."

Stavo finendo il mio caffè nel momento in cui stavano entrando nella hall dell' albergo due persone. Uno aveva una cinquantina d'anni, l'altro era più giovane, sulla trentina. Alla loro vista dentro di me sapevo che erano lì per me. Ancora non sapevo perché, ma erano lì per me. " Buongiorno, lei è Paul?", " Si", dissi. " lei è in arresto per un'indagine in Svizzera, deve venire con noi". Descrivere il senso di vuoto che ho provato in quel momento è impossibile, ansia, angoscia e paura che non avevo mai provato prima d'ora. Cosi forte, mai. In tutto questo però sentivo anche una specie di sollievo, sollievo per qualcosa che era finito. La mia vita non sarebbe mai più stata la stessa. I due poliziotti erano molto gentili, mi avevano proposto di comperare delle sigarette, mi avevano chiesto se avevo fame e cosi via. Io non volevo niente, tanto da li a poco sarei tornato a casa. Dopo le foto e la presa delle impronte mi hanno detto che avrei dovuto passare la notte in carcere. Il più vicino era il carcere di La Spezia. Era solo l'inizio.

Una volta consegnate tutte le mie cose all'entrata del carcere e la perquisizione corporale, mi hanno portato in cella di transizione. Era per quelli che aspettavano di essere trasferiti. Io ero ancora convinto che il giorno dopo sarei tornato in Svizzera. Nella cella eravamo in otto, anche se era fatta massimo per quattro persone. Il bagno era in un angolo della cella, senza porta e con un muretto attorno, alto 90 cm. C'era un tavolo con alcune sedie per mangiare e un lavandino che tale non sembrava. Con me c'erano; un Bosniaco arrestato per furto in attesa di giudizio, un iracheno arrestato per spaccio ed in più in astinenza, un anziano arrestato perché barbone, un Somalo arrestato per furto e altri due che praticamente non parlavano con nessuno. A parte l'Iracheno che voleva ammazzare tutti quelli che non gli davano retta e sigarette, gli altri erano persone calme. La sera era arrivata in fretta e stavano già servendo la cena. Per chiamarla cena bisognava avere una grande fantasia. In realtà non si capiva cosa contenesse di preciso e nemmeno che gusto avesse. Ma tanto io sarei partito il giorno dopo. 24 Maggio, giorno prima del mio compleanno. Nessuno mi dava delle risposte, non potevo né telefonare né contattare nessuno. Avevo finito le sigarette e non potevo neanche comperarle. Cercavo in ogni modo, chiedendo alle guardie, informazioni su quando sarei partito ma il giorno stava per finire ed io mi sentivo sempre più depresso. Ad un certo punto erano arrivate delle persone nella mia cella, hanno saputo che c'era uno nuovo, chiedendomi il perché sono finito dentro. Il fatto sta che dopo che se ne erano andati avevo di nuovo le sigarette e ci avevano lasciato anche del caffè."

Chi sa perché questi pensieri erano tornati proprio adesso. Era da tempo che non ripensavo a questi fatti. Ero molto stanco e anche Susy lo era. " Meglio andare a letto, domani avremo un bel po' da fare", dissi, e Susy era più che d'accordo.

Il giorno dopo era la solita bella giornata estiva. Appena aperti gli occhi avevamo tutte e due il sorriso sulla faccia, i gatti stavano ancora dormendo sul nostro letto. Era bellissimo vederli di nuovo tutti insieme. E non era tutto, dal giardino si sentivano altri versi, erano tornati gli uccellini e stavano cantando come non mai, almeno così ci sembrava. Saltammo giù dal letto ed in un attimo eravamo in giardino. C'erano altri gatti in giro e cani che abbaiavano. "Allora sono tornati", disse Susy, "E forse non è tutto, guarda". Più in la c'erano delle mucche, e anche delle pecore e poi tanti altri animali in libertà. Questo era segno che sono tornati solo gli animali non gli uomini. Era bello vedere tutti questi esseri liberi che andavano da giardino in giardino. Se erano tornati tutti, però, ciò significava che sono tornati anche i predatori e questo ci spaventava un po'. Avremmo dovuto stare molto attenti d'ora in poi.

Passato un po' l'entusiasmo iniziale decidemmo che era l'ora del caffè. Susy riprese il libro bianco. Mentre bevevamo il nostro caffè parlavamo della terza frase. " A te dice qualcosa questa frase, o intuisci quale potrebbe essere la risposta?", le chiesi. "Non lo so, però questi elementi, l'armonia, è come se risvegliassero dei ricordi nella mia mente", disse Susy. "Sai non tanto tempo fa ho letto qualcosa a proposito, cercavo delle spiegazioni per una cosa che mi è stata regalata da una persona che per me era come un secondo padre"."È un talismano, una stella a cinque punte, e quando me la regalò mi disse che era per proteggermi dal male, anzi da tutte le energie maligne del mondo. Per lui il male erano le bestemmie, la violenza, le guerre, la cattiveria….etc sotto forma di energia che man mano si espandeva. Per questo lui faceva parte di una società segreta, una specie di sacerdote che però non facevano parte della chiesa, lo facevano solo per il bene di tutti. Si riunivano e regolarmente dicevano delle preghiere con la speranza di poter mantenere un equilibrio tra il male ed il bene".

" Forse queste cinque punte rappresentano gli elementi; l'aria, l'acqua, la terra, il fuoco e lo spirito".

" Si", dissi, "ma cosa centra lo spirito, non è un elemento". "Forse non come materia", disse Susy pronta, "noi siamo fatti dall'unione degli elementi e della materia, ma qualcosa deve anche dare la vita e tenerli insieme questi elementi".

"Sai una volta cercavo delle scritture sulla sacralità della stella a cinque punte, delle spiegazioni". "In un libro dicevano che era disegnata usando la misura d'oro, che più che una misura è una proporzione", continuava Susy. "Una proporzione che si trova ovunque nella natura……………………". Susy continuava a spiegarmi mentre io guardavo questo ciondolo sperando che da li a poco la scritta sarebbe sparita. Mentre io pensavo a come verificare poi l'ipotesi che era la stella a far si che le cose funzionassero Susy prese il libro e con un grande sorriso disse, "era quella giusta, il ciondolo rappresenta gli elementi in armonia, andiamo a provarlo".

In pochi secondi eravamo in strada, oltre il punto dove la macchina si spegneva, il punto zero. Se il ragionamento di Susy fosse stato veramente giusto una qualsiasi delle macchine in strada avrebbe dovuto avviarsi. Ma anche entrando in una delle case vicine con la stella in mano la luce avrebbe dovuto funzionare, non restava che provare. Erano attimi di vera suspence, da questo dipendevano tante cose; poter dare corrente ad alcuni edifici era importante, poterci spostare con i veicoli in cerca di altre persone e comunque far funzionare le cose.
Abbiamo scelto di provare con la macchina più vicina, saltammo dentro. Le chiavi erano ancora nel cruscotto, Susy teneva in mano la stella mentre io giravo la chiave, il tempo sembrava fermarsi per quanto mi sembrava che durasse tutto questo. E.........vrouuuuuum, la macchina si era accesa.
Era un vero e proprio grido di felicità, ci abbracciavamo felicissimi del nostro successo. Finalmente avremmo potuto conservare le cose nei negozi e fare qualche viaggio un po' più lontano. Si trattava solo di disegnare più stelle e depositarle dove ci servivano.

Ci rimaneva solo un ultima scritta da spiegare, e forse era l'unica che ci dava una sensazione strana, sembrava un ultimatum.

"30 saranno e non di più, i giorni del prima, e poi verrà come era in principio"

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, ho iniziato a leggere la prima parte del tuo Libro bianco. Mi piace molto. Purtroppo il tempo che ho non è molto. Torno domani per leggere la seconda parte. Buonanotte ^_^

Paola ha detto...

Bene! mi sembra un'ottima idea questa di fare dei flash back autobiografici! penso che dia una certa vivacità e veridicità al tutto.
Ho letto con piacere e ora di nuovo, aspetto....ciao

PuntoCroce ha detto...

Bellissimo Iggy, ogni volta leggendo il tuo libro bianco provo mille sensazioni: tensione, ilarità, dispiacere, comprensione...
ed ogni volta mi dispiace vedere che è finito, ma so anche che presto potrò leggerne un'altra parte!
Sei grande
ciao
maria rosa

christian ha detto...

bè... quella frase incute timore..
aspettooooo!!!

dai Iggy su detta al tuo PC il resto...

Kate

Cristina ha detto...

Be certo che a suspance non c'è male ... ogni capitolo si chiude con qualche cosa che ci lascia "piacevolmente appesi" ... e quindi attendiamo il prossimo!
Un caro saluto

PuntoCroce ha detto...

Ciao, volevo informarti che ti ho assegnato il premio Follemente Dolce; vieni a ritirarlo nel mio blog! baci maria rosa

elena fiore ha detto...

Naturalmente tu sai che io presto molta attenzione alla parte veritiera perché davvero mi chiedo se capitasse a me o ad uno dei miei cari che ne sarebbe...
Che dire, resto sempre senza parole di fronte alle ingiustizie della vita. Mi fa piacere sapere che almeno fisicamente tu ne sia uscito fuori, interiormente credo che certe cicatrici
rimangano a vita.

Anonimo ha detto...

ciao, ho letto i primi due capitoli del tuo libro. bellissimo, con la giusta suspence e tensione. Davvero complimenti! devo trovare un po' di tempo per leggere con calma il terzo capitolo tutto di un fiato visto che è in 3 parti. l'ideale sarebbe poter "ricaricare le pile" senza dormire, pensa quante cose potremmo creare!! ciao a presto Dori

Anonimo ha detto...

buona giornataaa!!!

Miriam ha detto...

Ho letto fin qui, tutto d'un fiato e...ora però devo prendere una pausa...sembra tutto così vero...quasi quasi mi fa venire una paura questa storia!
E chi ne sesce più da questo libro bianco?
Complimenti, sei bravissimo!